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2024-10-02


Intervista ai Cantiere 164, una giovane band di rock alternativo italiano

Ci vengono a trovare i Cantiere 164, una band rock alternativo che ci hai fatto una buonissima impressione con canzoni accattivanti dalle belle parole e dalle ottime melodie, che leggere entrano nella nostra giornata.

Siamo curiosi, ci raccontate la scelta del vostro nome?
Il nome deriva dalla nostra prima sala prove, in zona Fornaci a Savona. Suonavamo in un garage sotterraneo sopra il quale si trovava uno dei vari cantieri navali in disuso del quartiere. Il numero 164 era il civico. Purtroppo dopo i primi anni siamo stati cacciati perché a fianco del cantiere c'era una casa di riposo.

Come è stato lavorare con il grande produttore e musicista Marco Barusso?
Lavorare con Marco è stato ed è tuttora un'esperienza molto edificante sotto diversi punti di vista. Quando lo abbiamo conosciuto eravamo poco più che ragazzini a cui piaceva suonare in garage e con il sogno di fare un giorno qualcosa di grande. La sua collaborazione è stata fondamentale nel passaggio ad un approccio più professionale nei confronti del progetto, e la sua esperienza svolge un ruolo importantissimo nello sviluppo dei brani, levigando le imperfezioni e accompagnandoli dalla fase embrionale fino a quella definitiva.

Cosa avete provato vedervi su MTV con Stella Cometa?
È stata sicuramente una delle esperienze più gratificanti da quando abbiamo iniziato il progetto. Il network MTV è stato per noi fonte di ispirazione fin dall'infanzia. Non avremmo mai immaginato di finire, un giorno, fra i grandi nomi degli artisti che abbiamo sempre ammirato.

Dicono che in Italia l'alternative rock è nel suo periodo di decadenza, anche vista la tendenza a favore della Trap. Come vi sentite a suonare alternative rock in questo contesto?
Le tendenze di mercato non sono sicuramente a nostro favore, ma il nostro genere è più frutto di una spontanea fusione di influenze piuttosto che di una decisone dettata dalle opportunità di raggiungere il grande pubblico. Abbiamo comunque deciso di continuare con il nostro stile, incoraggiati dal sostegno di chi ci ascolta e ci apprezza nonostante il nostro sound non proprio mainstream.

Qual è il vostro punto di vista sulla scena alternative e musicale in generale in Italia?
Per quanto riguarda la nostra esperienza personale abbiamo avuto occasione di conoscere diversi aspetti della scena musicale. Attualmente la nostra vita è divisa tra le province di Savona, città in cui è nata la band, e Cuneo, dove siamo iscritti al conservatorio: in entrambi i casi abbiamo trovato un ambiente molto attivo e denso di progetti interessanti, soprattutto nell'ambito più underground. Dall'altro lato abbiamo avuto modo di calcare palchi di importanti locali ed eventi, dove abbiamo constatato che la musica da band gode comunque di grande sostegno da parte del pubblico, nonostante i tempi avversi.

Avete suonato su grandi palchi, come è stata l'esperienza dietro le quinte e davanti al pubblico?
Suonare su palchi come quello degli I-Days di Monza, del MEI di Faenza o del Legend Club di Milano (nello specifico in apertura ai Finley) è stata un'esperienza abbastanza rivelatoria. A causa, forse, della nostra giovane età, prima di uscire dalla nostra città natale avevamo in testa alcuni stereotipi cinematografici sulla vita dietro le quinte. Siamo rimasti invece piacevolmente stupiti quando abbiamo scoperto che, nella maggior parte dei casi, ci si trova in un ambiente molto cordiale e professionale, sia con gli addetti ai lavori che con gli altri musicisti, anche in situazioni pregne di concorrenza come le selezioni di Sanremo Giovani. Per quanto riguarda il pubblico, suonare davanti a un numero di persone molto più grande rispetto ai nostri live abituali ci ha fatto provare inevitabilmente una tensione maggiore, ripagata però dal piacere di scoprire che anche fuori casa si trova sempre qualcuno che ti apprezza e si appassiona a suo modo alla band.

Grunge e cantautori, una miscela particolare. Come fondete sonorità e narrazione?
Come dicevamo prima, la fusione tra questi due generi è avvenuta in modo spontaneo e non abbiamo mai operato un'analisi approfondita di come la cosa si rifletta sul nostro processo creativo. Forse si tratta semplicemente di come interpretiamo i nostri testi, spesso vicini al cantautorato (ma anche all'hip hop), ossia con quel tono di rabbia e di velata disperazione.

Sembra che la Generazione X stia investendo su di voi, Marco Barusso, Simone Cremonini dei Super B, cosa portate di questo influsso nella vostra musica?
Avere a che fare con chi lavora da anni in questo ambiente è sicuramente motivo di grande crescita. Il loro supporto per noi conta moltissimo, ma ancora di più il fatto che sia Marco, con cui lavoriamo anche sugli arrangiamenti, sia Simone, con cui abbiamo scritto e composto un brano, abbiano sempre avuto grande rispetto di quella che è la nostra essenza, senza volerla stravolgere. Questa era una delle nostre paure più grandi e crediamo sia presente in chiunque si trovi per la prima volta a lavorare con i professionisti della musica.

Quali sono le vostre principali influenze?
Ognuno di noi ha le proprie preferenze in ambito musicale, con gusti piuttosto diversi, ma ci sono sicuramente degli artisti che hanno influito di più sul nostro percorso. Fra questi possiamo citare Meat Puppets, Sonic Youth e Cure, ma anche i grandi miti italiani quali Paolo Conte, Lucio Battisti ed Eugenio Finardi, fino ad arrivare all'hip hop con rapper come Frankie Hi-Nrg, Murubutu e Rancore.

Quali progetti avete per il prossimo futuro?
Al momento stiamo finendo di lavorare al nostro album di esordio; ci stiamo preparando a girare i videoclip dei due singoli che accompagneranno la sua uscita e ci stiamo coordinando per organizzare il tour di presentazione. A breve daremo informazioni più precise, quindi chi fosse interessato può seguirci sui nostri canali social!

Per ascoltare le canzoni già uscite della band, andate nella loro pagina.
Tag: rock alternativo, rock italiano, cantiere 164, musica emergente
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