2024-02-24
Cecil Hotel
Lo sgomento e l'angoscia scritti sui loro volti era il biglietto da visita che meglio le rappresentava. Tina e Betty, studentesse, 21 anni, avevano deciso di prendersi una pausa dagli studi e così, girovagando tra i quartieri di Los Angeles, fecero tappa al Stay on Mine Hotel. Quando varcarono l’ingresso, la reception che si presentò davanti ai loro occhi, aveva qualcosa di spettrale e sinistro. Un lungo corridoio con poca luce, tende sgualcite e scolorite coprivano le finestre. Sotto ai loro piedi, incisa sul pavimento ma oramai consumata da passi negli anni, a fatica riuscirono a leggere Cècil. Avranno cambiato il nome dell'albergo pensò Tina, mentre Adam, l'uomo della hall consegnava loro le chiavi della stanza. 305. Un ascensore in fondo al corridoio le aspettava con le porte spalancate. Immobile tempo. Pulsante 3. Le porte ci misero svariati secondi a chiudersi e si riaprirono davanti a quella che doveva essere la loro stanza. Betty infilò la chiave e all'ingresso trovarono immediatamente una piccola porta in legno. Sgabuzzino. Mi sento strana mormorò Tina. Fatti una bella doccia calda, sarai stanca le rispose prontamente Betty. Tina si spogliò da vestiti e stanchezza e si chiuse nel bagno. Betty, guidata da impulso irrefrenabile di curiosità, aprì la porticina. Chiuse. Aprì. Chiuse. Aprì. Un movimento che le sue mani non potevano controllare. Betty, l'acqua scende goccia a goccia, è impossibile fare la doccia urlò Tina che uscì dal bagno avvolta da un piccolo asciugamano infeltrito. Chiamo la reception, è impossibile fare la doccia, dannazione Adam, prontamente rispose che l'indomani avrebbero mandato un tecnico sul tetto a verificare le cisterne. Ci scusiamo per il disagio. La notte arrivò pronta e con essa uno strano senso di pesantezza si fece più forte non appena le ragazze spensero la luce. Occhi chiusi. Il cigolio di un legno marcio mandò un rumore sopra le loro teste. Il ventilatore si era acceso da solo. Le pale avevano preso a girare. E con esse si accese la TV. Betty accese subito la luce. Tina occhi spalancati. Sarà solo un contatto, cerchiamo di dormire. Luce spenta. Tina in pochi secondi cadde in un sonno profondo. PROFONDO INCUBO. Vagava nel corridoio del terzo piano, volteggiava sul tetto, entrava in ascensore dove una donna le sorrise sotto ai lunghi capelli neri. INCUBO. Betty non riusciva a prendere sonno e accese il computer. Motore di ricerca. Stay on mine. Incredula si paralizzò completamente. Sudore gelo. Varie notizie riportavano che in principio quello si chiamava Cècil Hotel. Un dito tremante cliccò un video. Elisa Lam, 21enne cercava riparo nell'ascensore. Videocamera di sicurezza. Impazzita schiacciava tutti i pulsanti ma l'ascensore non chiudeva mai le porte. Uscì in corridoio. Urla. Ascensore. Né su né giù. Le sue mani disarticolate come i piedi, senza ossa disegnavano cerchi perfetti, roteando nell'aria. Betty senza fiato. La notizia della sparizione di una studentessa nel 1666 riportava lo strano fatto di Elisa Lam, ritrovata alcuni mesi dopo in una cisterna di acqua sul tetto. Cisterna chiusa dall'esterno. Corpo decomposto. Silenzio. Welcome to the Stay of Main Hotel. Tina! Tina! Svegliati, scappiamo, prendi lo zaino. Ma che diavolo. . . . . . In pochi secondi le ragazze si fiondarono nell'ascensore. Nessun movimento. Il canto nenia di una donna arrivava dal fondo del corridoio. Le ragazze presero le scale e l'uscita dall'hotel. Strada. Corri! Coriiii!!
Dalla mia finestra vidi le ragazze scappare e scomparire tra i vicoli bui. La piccola porta di legno si aprì alle mie spalle cigolando e sulla soglia, Adam: Non riesci a dormire nemmeno stanotte, Elisa?. Abbassai i miei occhi neri vuoti e ricominciai il mio canto. Vicino. Lontanto. Vicino.
Dalla mia finestra vidi le ragazze scappare e scomparire tra i vicoli bui. La piccola porta di legno si aprì alle mie spalle cigolando e sulla soglia, Adam: Non riesci a dormire nemmeno stanotte, Elisa?. Abbassai i miei occhi neri vuoti e ricominciai il mio canto. Vicino. Lontanto. Vicino.
Tag: drone doom metal, musica metal, horror, ipnosi, delay
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